DRINKING IN L.A.

Troppo spesso, prima durante e dopo la gravidanza, le neo-mamme sono bombardate da una serie di pipponi sull’allattamento. Terzo mese di gravidanza: “ma..allatti?” “Ma che ne so?! Non ho ancora capito cosa sta succedendo… ” e così via fino a quando senti i primi vagiti di quel fagottino bisognoso di te. Si perchè i neonati non hanno bisogno di molto all’inizio: mamma, latte, cacca, sonno. Quindi tu, con tuo marito (o compagno o chicchessia) torni a casa dall’ospedale  che è una specie di spa: non cucini, non lavi, non stiri, schiacci il pulsante accanto al letto se non sai cosa fare con il bebè…dove tutto sembra facilissimo, e in un attimo, vi ritrovate “soli” a dover capire come prendersi cura di quell’ esserino che per comunicare, piange. In realtà sono momenti magici, unici e meravigliosi che ognuno vive a suo modo…ma al corso pre-parto, al consultorio, a casa, le tue amiche già mamme  avrebbero potuto darti  un paio di dritte, no? J

Ma torniamo all’allattamento. L’argomento è un pò delicato: a mio avviso, siamo figli di una generazione di mamme “emancipate” e travolte dal boom economico e dal progresso irresistibile. Fino a 40/50 anni fa il numero di donne che si dedicavano unicamente alla famiglia e alla crescita dei figli era di gran lunga superiore a quelle di oggi: avevano molto più tempo da dedicare alle cure dei pargoletti (fortunate! -il discorso femminista non lo prendo in considerazione perchè, per me, è ovvio che non si tratta di questo!!!) e, sopratutto, avevano di fronte delle figure materne molto differenti. Per capirci: le loro mamme (quindi le nostre nonne o addirittura bisnonne), avevano a che fare con pannolini lavabili (non usa e getta!) non avevano gli omogeneizzati (cucinavano e tritavano) e, tra le altre cose, non potevano cercare su internet “come attenuare le coliche”o “quante ore deve dormire a 5 giorni?”.  L’unico modo di sopravvivere “all’uragano neonato” era confrontarsi con le altre donne di casa: zie nonne cugine dirimpettaie ecc., dalle quali arrivavano aiuti, consigli e pareri. non è che per forza andassero tutte d’accordo ma si tramandavano le nozioni e le tecniche importanti per “tirar su” i bambini. Tra queste c’era ovviamente l’allattamento al seno. Purtroppo, col tempo e con il “progresso” la cultura di allattare i bimbi si è un pò persa. Le mamme lavorano quanto i papà, il tempo a disposizione diminuisce e cresce l’offerta dell’alternativa (che al principio voleva dire latte di capra e successivamente latte in polvere delle grandi case farmaceutiche).

Da qualche anno a quest parte, però, le cose sono cambiate: sono aumentate (anche a livello nazionale) le campagne di sensibilizzazione sul tema, gli incontri nei i consultori sono accessibili a tutti, le ostetriche (prima e dopo il parto) cercano in tutti i modi di restituire  all’allattamento al seno il posto importante che gli spetta.

MA SE IL LATTE NON ARRIVA?!?  

A me è successo: dopo due settimane di Ramadam per Anita che dovevo tenere “sempre attaccata così arriva” e altrettanto tempo di sconforto, amarezza, tristezza, abbattimento, desolazione, scoraggiamento e sfiducia nell’essere una brava mamma (si perchè di essere mamma non te ne rendi conto proprio subito e non riuscire ad allattare è il primo grande fallimento da mamma, secondo alcuni e secondo la tua testa confusa…) siamo passate al LATTE ARTIFICIALE! Anita ha smesso di urlare come una forsennata e a prender peso, io ho ricominciato a vedere la luce e a credere di nuovo nel mio istinto materno che temevo di aver lasciato chissà dove.

Mi è spiaciuto non riuscire ad allattare: era una sensazione bellissima e così naturalmente disarmante….ma ho capito che la serenità di entrambe era (ed è) la cosa più importante.

In commercio ci sono circa 250 milioni di latte artificiale (o LA come troverete scritto nei forum di mamme-pro che leggerete); noi abbiamo scelto NEOLATTE, un latte biologico italiano consigliato da una cara amica. Ci siamo fidati ed è andato benissimo: niente coliche, Anita sazia e rilassata, mamma più serena e papà in sbattimento per la preparazione! (ma questo è un altro capitolo che vedremo meglio più avanti…)

W IL LATTINO ARTIFICIALE ma sopratutto,

 W TUTTO CIO’ CHE FA SENTIRE LE MAMME PIU’ SERENE E TRANQUILLE!!

 

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#motherhood
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( NEOLATTE NON E’ UNO SPONSOR! SU QUESTI ARGOMENTI NON SI SCHERZA! )

5 risposte a "DRINKING IN L.A."

  1. Dalla mia esperienza allattare al seno è quasi una scelta: devi essere proprio insistente per iniziare e andare avanti – a parte quelle mamme che lo trovano un’esperienza bellissima, ce ne sono tante (lo so perché mi sono confrontata in diverse occasioni) che lo vivono come una parte del pacchetto maternità senza grandi entusiasmi.
    È vero, allattare è economico, salutare pre bimbo e mamma, comodo etc etc, ma quanta fatica! Allattare rende il bimbo totalmente dipendente da te, influisce sul tuo fisico e sulla tua mente, ti mette in crisi soprattutto durante gli scatti di crescita… insomma per molte ma non per tutte, è una scelta e non è giudicabile

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    1. Ciao! Hai proprio ragione nel dire che NON È GIUDICABILE!la fatica di cui parli l’ho patita anche io per poi non riuscire ad allattare….mi sarebbe piaciuto, ci ho provato ma non per tutte è una questione di volontà o determinazione. Anzi no, io non parlo per le altre, parlo per me è questo è ciò che ho vissuto ma lungo da me giudicare questo o quel tipo di scelta! Mi spiace tu abbia interpretato le mie parole nel modo sbagliato. 🙂
      A presto e grazie per esser passata di qui e aver condiviso il tuo pensiero!

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      1. Ma no ma no, scusa, mi sono spiegata male! Sono d’accordo con te…
        Ho omesso di dire che chi giudica non sono io nè devono essere le altre mamme (lungi da me anzi) ma soprattutto non sono le ostetriche! Mi è capitato di dire che voglio allattare “solo” fino al 6 mese e, ciao! Mi hanno guardata come se fossi una madre snaturata e aliena – se arrivi a 6 mesi cosa ci vuole ad allattare per 1 anno?!

        L’allattamento o l’artificiale sono in entrambi i casi delle scelte sofferte secondo me, perché si è sempre soggetti al giudizio proprio e altrui, quando dico che allattare non è la cosa che preferisco, mi prendono tutti per una snobbona che non vuole fare fatica. Se avrò un altro bambino non so se lo allatterò, ma non significherà certo che lo amerò meno!
        Scusa se non mi sono spiegata, volevo solo evidenziare che c’è chi allatta, ma con un occhio guarda al latte artificiale e si chiede in continuazione quale sia la strada giusta.
        🙂

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  2. 🙂 e il proprio giudizio è forse quello che più ti affatica, ti spezzetta il cuore in mille mila parti!
    Grazie,
    Un abbraccio e a presto!
    M

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